Onorevoli Colleghi! - Recenti fatti di cronaca avvenuti sia in Campania sia in Calabria hanno portato nuovamente alla ribalta l'annosa questione delle nomine nella sanità. Questione che non interessa unicamente le regioni citate, ma l'intera collettività nazionale; prova ne sia che un autorevole settimanale ha pubblicato - senza che tale pubblicazione provocasse alcuna reazione indignata dei soggetti interessati - una tabella con la suddivisione, regione per regione, dei 277 direttori generali della sanità secondo l'area politica di appartenenza.
      L'occupazione da parte della partitocrazia di qualsiasi posto pubblico raggiunge nel campo sanitario il suo apice e provoca gli effetti più deleteri per i cittadini, poiché l'affidare strutture complesse e costose come le aziende sanitarie locali e ospedaliere a persone designate dalle rispettive giunte regionali non tanto per le loro capacità manageriali, quanto per il loro grado di acquiescenza ai politici, si riflette a cascata o, per meglio dire, a piramide, sull'intera struttura e si ripercuote negativamente su chi sta alla base di quella piramide, ovvero il cittadino utente,

 

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con conseguenze deleterie sia per la salute dei cittadini sia per il corretto utilizzo delle risorse che essi contribuiscono ogni anno a finanziare con le imposte e con i ticket sanitari.
      La situazione è divenuta così intollerabile da costringere il Ministro della salute, Livia Turco, a presentare, l'11 dicembre 2007, un disegno di legge (atto Senato n. 1920), contenente, tra l'altro, la modifica dei criteri di nomina dei direttori generali previsti dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. La riforma proposta dal Governo è del tutto inadeguata: si passerebbe dalla nomina tout court decisa oggi dalla giunta regionale a una nomina conseguente alla scelta fra una terna di nomi indicati da una commissione composta da tre membri scelti dalla regione, di cui uno tra dirigenti apicali della regione stessa, uno tra direttori generali di aziende sanitarie locali e ospedaliere e uno tra docenti universitari. È del tutto evidente che almeno due dei tre commissari indicati sono sottoposti all'influenza politica; inoltre, il tutto si conclude con la solita scelta discrezionale, seppur ristretta a tre nominativi.
      Questa proposta di legge intende scardinare completamente il meccanismo delle «nomine», sostituendolo in modo radicale. La selezione dei manager delle aziende sanitarie locali e ospedaliere viene affidata totalmente a una commissione costituita da cinque membri scelti fra i rappresentanti delle maggiori società di interesse nazionale nel campo del consulting manageriale, prese in considerazione in base alla media ponderata dei seguenti fattori: fatturato, numero delle sedi sul territorio, quantità del personale inquadrato e a progetto. La suddetta commissione stila una graduatoria in base alla quale sono assegnati i vari posti in palio, tenendo conto anche delle indicazioni dei candidati e delle valutazioni della commissione.
      Al fine di contemperare l'esigenza di avere a capo delle aziende sanitarie locali e ospedaliere manager senza vincoli di partito con quella di assicurare comunque una gestione sanitaria coesa e con obiettivi univoci a livello regionale, è lasciata inalterata la possibilità per la regione di non confermare i direttori regionali alla scadenza del loro incarico nonché di farli decadere in corso d'opera quando ricorrano gravi motivi o la gestione presenti una situazione di grave disavanzo o in caso di violazione di leggi o del principio di buon andamento e di imparzialità dell'amministrazione.
      Si provvede alla sostituzione di uno o più direttori generali attingendo alla graduatoria. Al fine di evitare il rischio che, a seguito di un abnorme numero di sostituzioni, siano designati a dirigere le aziende sanitarie persone non aventi le capacità indispensabili, si è fissata una clausola di salvaguardia: la graduatoria può contenere al massimo il doppio dei posti messi a concorso. In caso di esaurimento dei candidati, si procede a un nuovo bando di concorso, alla scadenza dei contratti in atto.
      Un meccanismo di selezione dei manager come quello previsto dalla presente proposta di legge avrebbe conseguenze benefiche sull'intera struttura di comando delle aziende sanitarie locali e ospedaliere poiché, ricordiamolo, sia il direttore sanitario sia quello amministrativo sia i primari negli ospedali sono nominati dal direttore generale.
      Infine, la presente proposta di legge ha recepito alcune parti del citato disegno di legge del Governo, che aggiornano una normativa ormai vecchia, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di pubblicizzare l'intero iter della selezione dei direttori generali tramite internet.
 

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